L'uso “spettacolare” della tossica varechina sulle strade
Il suo è un punto di vista privilegiato per capire come nel momento del bisogno si possono scatenare appetiti oppure risposte sbagliate a esigenze concrete:
“Prendiamo la sanificazione delle strade – ci spiega – fino al 13 aprile quando sono state pubblicate le linee guida da parte dell'Iss, Istituto superiore di sanità, e del ministero della Salute, abbiamo sparso nelle strade migliaia di litri ogni giorno di ipoclorito di sodio, la varechina, una sostanza tossica per l'uomo se non usata in modo corretto, e per l'ambiente visto il potenziale corrosivo che ha sulle superfici ferrose. Noi da subito ai nostri associati abbiamo detto di non usare in ambiente aperto questo prodotto e ci siamo rivolti alle autorità sanitarie per chiedere un parere. Bene, il 13 aprile sono state pubblicate le linee guida che dicono due cose molto semplici: non c'è evidenza che il virus possa essere presente sul manto stradale e che non esistono prodotti efficaci per il trattamento”.
Risultato per far star tranquilli i concittadini, i sindaci hanno autorizzato un trattamento dannoso, inutile e costoso. Come si puliscono le strade? “Con i soliti trattamenti: acqua a pressione”, ci risponde il presidente di Anid.
Chi è in regola per la sanificazione?
Come si riconosce un'azienda certificata per un'attività di sanificazione? “Innanzitutto – prosegue Benedetti – deve essere iscritta a un elenco speciale presso la Camera di commerciale competente che attesta il rispetto dei requisiti stabiliti dalla legge 82/94, attuata con il Dm 274/97; deve avere un responsabile tecnico che adegua il tipo di intervento e i prodotti da impiegare alla situazione; deve avere personale preparato e l'iscrizione alla nostra assocaizione è garanzia del rispetto di tutto questo”.
Cosa significa sanificare? E come si sanifica un condominio?
“La sanificazione – spiega il presidente di Anid – è composta da due passaggi: la pulizia della superficie e poi la disinfezione della stessa che può essere fatta con alcol – che non ha bisogno di risciacquo – con etanolo, varechina o acqua ossigenata“.
In un ambiente come quello condominiale cosa deve essere sanificato? “Tutte la parti comuni di contatto – ci risponde l'esperto – ovvero pulsantiera, citofono, maniglie, corrimano, specchi, cassette postali e via elencando. Naturalmente nella scelta dell'impresa, l'amministratore di condominio è obbligato a chiedere la certificazione e l'iscrizione all'albo“.
Quante volte va ripetuto l'intervento? E quali sono i costi?
Il Dpcm del 10 aprile scorso stabilisce delle procedure per sanificare gli ambienti di lavoro e ha anche previsto la possibilità per i datori di lavoro di scaricarsi il 50% dei costi di sanificazione fino a 20mila euro all'anno. “Ragione ulteriore – denuncia Benedetti – per capire come tanti operatori senza scrupoli, avendo fiutato l'affare, si stanno proponendo pur non avendo i requisiti di legge per operare”. Invece in un condominio “L'attività di disinfezione va ripetuta due volte al giorno – aggiunge Benedetti – e un intervento del genere svolto da operatori professionali in un condominio non può avere che un costo di 100-150 euro“.
L'uso dell'ozono è sempre raccomandato?
Presentata l'arma killer contro agenti patogeni e similari, l'ozono viene molto reclamizzato. A torto o a ragione, chiediamo al nostro interlocutore? “Quando sento parlare gli ‘esperti' in tv su questo tipo di trattamento mi viene da rabbrividire: l'ozono è un gas da utilizzare con molta cura. Serve per sanificare le acque, per contrastare la legionella e in ambito alimentare viene usato per combattere le muffe negli alimenti stagionati. Detto questo non capisco come si fa a proporla in ambienti diversi con una certa disinvoltura. Ricordiamoci, come ha denunciato il Centro antiveleni, che in questo periodo le intossicazioni da ambienti interni sono aumentate del 130%”.
Per completezza di informazioni ricordiamo le nostre proposte, conformi a quanto descritto: